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Palazzi dagli illustri trascorsi e scorci dal fascino avvolgente. L’antica repubblica marinara svela il suo splendore.

GENOVA ANTICHI SPLENDORI

Palazzi dagli illustri trascorsi e scorci dal fascino avvolgente. L’antica repubblica marinara svela il suo splendore.

Palazzi principeschi costruiti da banchieri e commercianti. E un geniale sistema codificato di ospitalità: i Rolli, ovvero quegli elenchi manoscritti che dal 1576, su decreto del governo della Repubblica marinara, trasformarono sontuose residenze in alberghi diffusi ante litteram, atti a ricevere ospiti blasonati. «È la più antica testimonianza documentata di accoglienza pubblica in abitazioni private. In una città florida com’era Genova, sprovvista di adeguate sedi di rappresentanza per l’assenza di un monarca, spettava alle famiglie più influenti dare alloggio a nobili e capi di Stato», spiega lo storico dell’arte Giacomo Montanari.

La Sala dell’Inverno di Palazzo Rosso.

L’angelo della Tomba Oneto nel cimitero monumentale di Staglieno.

Quelle architetture rinascimentali e barocche – patrimonio dell’Unesco e protagoniste due volte l’anno dei Rolli Days, che aprono al pubblico molte location – sono un’apoteosi di tesori senza pari; il bene più prezioso da cui partire per scoprire l’antica grandeur di potenza finanziaria e marittima, tra stanze ridondanti di stucchi dorati, porcellane e quadrerie costellate di tele firmate Van Dyck o Rubens. Proprio quest’ultimo ne elogia l’incanto nel 1622, nella prefazione del suo testo intitolato Palazzi di Genova: «Mi è parso fare una opera meritoria verso il ben pubblico di tutte le Province Oltremontane, producendo in luce li disegni da me raccolti nella mia peregrinazione Italica d’alcuni palazzi della Superba».

La Galleria degli Specchi di Palazzo Reale.

La Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale.

Le dimore traboccanti di collezioni d’arte non erano solo espressione di un linguaggio erudito, bensì il palco su cui andava in scena una forma colta di propaganda. «Dame e nobiluomini posavano in abiti ricamati d’argento per esibire la prosperità economica conquistata attraverso gli scambi via mare. Poi vendevano i ritratti nei momenti di ristrettezza, tanto che i volti dei Doria e degli Spinola riempiono le sale dei principali musei internazionali», continua Montanari. Ricchezze passate, investite in cultura, oggi sembrano eclissarsi nella penombra dei “caruggi” amati da De André, espressione dell’anima popolare e che nel ventesimo anniversario della scomparsa del cantautore appaiono ancora più suggestivi. «Nei quartieri dove il sole del buon Dio non dà i suoi raggi», così cantava Faber, la sontuosità dei Rolli può apparire lontana.

Invece il profumo di salsedine di quel labirinto senza luce, fra botteghe storiche inaspettate come la Vetreria Bottaro in Piazza delle Scuole Pie o la minuscola Barberia Giacalone dialogano in armoniosa contrapposizione con le residenze aristocratiche.
Ma è soprattutto in quei “musei a cielo aperto” di Via Balbi e Via Garibaldi che si svela il capolavoro. Nella prima sorge Palazzo Reale, realizzato nel Seicento assieme alla strada (ai tempi detta Nuovissima) per volontà dell’omonima famiglia di finanzieri e ceduto in seguito ai Durazzo, poi ai Savoia, quindi allo Stato. «È una magione patrizia dalle dimensioni extralarge, l’unica ad avere l’ingresso per le carrozze e una Galleria degli Specchi sul modello della reggia di Versailles», puntualizza il direttore delle collezioni Luca Leoncini.

Un bassorilievo nei Giardini di Flora.

Nella seconda si aprono invece i portoni di Palazzo Doria Tursi, sede del Comune e custode di rarità come una scultura di Antonio Canova e un violino del liutaio Giuseppe Guarneri del Gesù. Poco più in là, Palazzo Bianco e Palazzo Rosso conservano capolavori di Veronese, Dürer, Guercino e Van Dyck, un panoramico mirador e un insolito appartamento ideato a metà Novecento da Franco Albini. Riserva sorprese anche Palazzo Baldassarre Lomellini.

Innamoratevi della bellezza sussurrata del capoluogo, qui stilati per gli habitué una mappa di indirizzi, luoghi da vedere. Così, come per incanto, il passato valorizza il presente. Un esempio per tutti: quello relativo a Renzo Piano, che in occasione delle Colombiadi reinventò il vecchio porto trasformandolo in moderno waterfront con l’acquario più grande d’Italia, spazi ricreativi e ristoranti. Presto, sempre su progetto dell’archistar genovese, arriverà Blueprint, layout urbano per unire i dock con Punta Vagno a Levante, aprendo un canale e ridisegnando il profilo della costa. E forse, in un prossimo futuro, il ponte senza tiranti, ma con piloni come prue di navi, illuminato da quarantatré lampioni in memoria delle vittime del tragico crollo avvenuto lo scorso 14 agosto. Un nuovo trampolino per il futuro, nell’eterno abbraccio fra terra, acquario.

ORGANIZZARE.
Ufficio del turismo. Il portale dell’Ufficio di Informazioni e Accoglienza Turistica, con sede principale a Palazzo Tursi, fornisce anticipazioni sugli eventi da non perdere, indicazioni sugli hotel e sui Palazzi dei Rolli. Via Giuseppe Garibaldi 9, visitgenoa.it
VEDERE.
Palazzo Reale. L’ex dimora dei Savoia è un tripudio di ambienti affrescati che custodiscono opere di Van Dyck e Guercino. Mirabile la Galleria degli Specchi. Via Balbi 10, palazzoreale genova.beniculturali.it
Musei di Strada Nuova. Palazzo Rosso ospita tele di Veronese, Dürer e Strozzi; Palazzo Doria Tursi il violino di Paganini; Palazzo Bianco la pittura dal XVI al XVIII secolo. Via Garibaldi, museidigenova.it
Chiesa del Gesù. Voluta nel tardo Cinquecento dai Gesuiti, è un trionfo del Barocco. Qui sono esposte Circoncisione e I miracoli di Sant’Ignazio di Rubens. Piazza Giacomo Matteotti 5, chiesadigenova.it
Villa Durazzo Pallavicini. Giardino romantico di Genova Pegli, nasce nell’Ottocento per volontà del marchese Ignazio Alessandro Pallavicini. Alberi secolari incorniciano il percorso meditativo ispirato all’esoterismo massonico. Via Ignazio Pallavicini 13, villadurazzopallavicini.it

Palazzo Ducale. Oggi l’ex dogato della Repubblica è sede museale (fino a marzo ospita le mostre Paganini Rockstar e Da Monet a Bacon), location di eventi culturali e festival musicali. Piazza Giacomo Matteotti 9, palazzoducale.genova.it
Via del Campo 29 Rosso. In attesa che apra la Casa dei cantautori genovesi, nell’abbazia di San Giuliano, il pellegrinaggio laico dei fan di De André si fa tra i “caruggi”, in questo ex negozio di dischi. Via del Campo 29 R, viadelcampo29rosso.com
Palazzo Doria Tursi.

La chiesa del Gesu’.

Piazza delle Scuole Pie.

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